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Gender e endotelio - Pharmacological reports 2008; 60: 49-60

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Il gender è uno dei fattori legato alle differenze in termini di mortalità e morbilità per malattie cardiovascolari. E’ ormai noto che nelle decadi più giovani (età compresa tra 25 e 49 anni) la malattia coronarica (CHD) è da 2 a 5 volte più comune negli uomini che nelle donne e questo suggerisce che le donne in età premenopausale sono protette dalle malattie cardiovascolari, comunque tale protezione è persa dopo la menopausa. In questa interessante review si focalizza l’attenzione sul ruolo centrale svolto dall’endotelio in rapporto alle differenze legate al gender nella fisiologia e patofisiologia cardiovascolare. E’ noto che l’endotelio vascolare è un tessuto estremamente attivo nella regolazione del tono vascolare, nell’angiogenesi, nella risposta infiammatoria, nell’attivazione dei leucociti e delle piastrine e come una disfunzione endoteliale sia presente nella patofisiologia di alcune patologie, quali ipertensione, ictus, CHD, diabete in entrambi i sessi. In questo lavoro gli autori hanno sottolineato il ruolo delle cellule endoteliali (EC) nel rilascio di sostanze vasoattive che sono implicate nel controllo del tono vascolare. I principali fattori implicati nella capacità vasodilatatoria dell’endotelio sono la prostaciclina – PGI2, l’ossido nitrico – NO, il fattore iperpolarizzante derivato dall’endotelio – EDHF. La protezione cardiovascolare nelle donne in età premenopausale è principalmente attribuita a una maggiore capacità vasodilatativa dell’endotelio. Questa considerazione trova conforto in alcuni studi, dove si è dimostrato che il rilascio di NO dall’endotelio in condizioni basali e indotto da agonisti è elevato nei vasi delle donne rispetto a quelli degli uomini. L’ambiente pro-ossidante è anche meno pronunciato nelle donne suggerendo una maggiore inattivazione dell’NO negli uomini rispetto alle donne. Bisogna inoltre evidenziare un’altra differenza nell’effetto vascolare dell’endotelina 1 (ET-1): la concentrazione di ET-1 è generalmente più alta negli uomini che nelle donne.

Gli estrogeni giocano un ruolo fondamentale non solo in termini di differenza legata al sesso di incidenza delle malattie cardiovascolari, ma anche nella regolazione del tono vascolare mediato dall’endotelio. Infatti l’estrogeno prolunga la vita dell’NO, è associato a una diminuzione plasmatica dell’ET-1 nelle donne in postmenopausa, può anche modulare il rilasciamento mediato dall’EDHF.

Il deficit di estrogeno negli uomini è stato associato a un aumento del rischio cardiovascolare. Alcuni studi hanno evidenziato come la proprietà vasodilatatoria del testosterone sia probabilmente non endotelio dipendente, ma legata ad altri meccanismi come l’attivazione dei canali del K e/o l’inibizione dei canali del Ca. Un’alterata vasodilatazione endotelio dipendente dovuta a una ridotta disponibilità di NO è stata dimostrata in pazienti con ipogonadismo e la somministrazione di testosterone ha ulteriormente ridotto la disponibilità di NO in tali soggetti. Un altro studio ha riportato che la dilatazione endotelio dipendente è significativamente associata a bassi livelli di testosterone, suggerendo che una diminuzione degli ormoni maschili possa essere associata a una rafforzata funzione endoteliale nell’uomo adulto.

In generale il ruolo dell’assetto ormonale nel sistema cardiovascolare degli uomini necessita di ulteriori studi.